Rischia il rinvio la riapertura dei Centri Anziani nell’area di Roma Capitale, poiché dopo 15 mesi di stop forzato per la pandemia, ai dirigenti di circolo ancora non sono chiari i regolamenti del Comune per il riavvio delle attività ludiche della terza età. A tutto ciò si aggiunge un crescente stato di degrado di vari centri sparsi per Roma, con il Campidoglio che solo dalla metà di giugno si attiverà per rimuovere irregolarità edilizie o eventuali gravi criticità strutturali in questi siti.
UN PROBLEMA ESTESO A TUTTA LA CAPITALE – “Oggi i centri anziani di Roma Capitale vivono una situazione di grave difficoltà, innanzitutto sul piano strutturale – ci racconta Michele De Maio, Coordinatore dei Centri Anziani di Roma Capitale – attualmente di 151 centri presenti nel Comune, solo 146/148 locali sono attivi effettivamente. È clamoroso il caso del Centro Anziani di Conca d’Oro nel III Municipio, andato in fiamme per un corto circuito prima della pandemia di Covid e mai ricostruito, nonostante siano stati stanziati i fondi: i soci sono costretti a riunirsi in un giardino pubblico nei pressi della stazione. Altri centri con problematiche serie sono: Vitinia, cui vengono contestati due locali abusivi; Colle Prenestino per un crollo del controsoffitto; il Centro Anziani “Vito Federici”, con gli spazi esterni abbandonati al degrado; Pietralata che da tempo combatte con un’invasione di topi e Balduina, dove un reflusso fognario sta favorendo perdite d’acqua e liquami dal soffitto e il pavimento. Altri con serie problematiche sono quelli di Torrevecchia, Tor De Cenci e Spinaceto. A tutto ciò, si aggiunge anche un problema di gestione dei Centri Anziani capitolini, mancando al momento una direttiva comune che ci coordini. Una confusione che non ci rende chiaro nemmeno cosa potremmo fare alle riaperture, sempre che avverranno visti i gravi problemi. Non sappiamo che attività potremmo svolgere da luglio in poi: escluso il ballo, la Regione ci boccia anche la giocata a carte. Inoltre, Roma Capitale ci chiede l’igienizzazione dei locali: giustissimo farla, ma i nostri dirigenti di centro sono ultraottantenni e non riescono a effettuarla senza un aiuto da parte di personale inviato dal Comune”.
LA SITUAZIONE DI VITINIA – “A Vitinia dal 2011 stiamo ereditando una situazione complicata, legata a due manufatti abusivi: si tratta di una veranda dove ci riuniamo e il capannone dove giochiamo a bocce – dice Giovanni Isoni, Presidente del Centro Anziani di Vitinia – dopo l’interdizione di questi spazi, oggi il Comune vuole abbatterli, con i lavori che partiranno a breve. Tali operazioni non ci consentiranno di riaprire dal primo luglio, poiché non abbiamo gli spazi necessari per svolgere le attività. Abbattere la veranda significa relegare i soci in una stanza polivalente di 50 m²: stanza dove dovremmo riunirci, ballare, fare ginnastica, il tutto con i mobili in mezzo provenienti dalla stessa veranda. Il Comune ci ha detto che creerà un gazebo per metterci dentro questi arredi, ma rimane sempre un problema di fondo: circa 70 m² per 350 iscritti. Così non siamo in grado di aprire il primo luglio. Roma Capitale ha promesso di rifarci la veranda a norma, che però vedrebbe l’installazione di un tetto ombreggiante, ovvero una struttura dove pioverebbe dentro nei mesi invernali”.
L’AFFONDO DELLA LEGA – “E’ semplicemente assurdo quello cui stanno andando incontro i Centri Anziani di Roma e del IX Municipio, ancora una volta penalizzati dalla superficialità amministrativa del Movimento 5 Stelle –commenta Piero Cucunato, Capogruppo della Lega Salvini Premier – oggi la Raggi si accorge di dover compiere dei lavori di vario genere all’interno di queste strutture, facendo supporre che l’apertura di questi centri d’aggregazione della terza età verrà rinviata. Perché non ha svolto questi lavori prima, considerato come questi locali sono stati chiusi per ben 15 mesi durante la pandemia da Covid-19? È palese come l’Amministrazione comunale pentastellata stia trovando ogni metodo per non riattivare queste attività: dopo la mancanza di dialogo con i vari Presidenti dei Centri Anziani, la Raggi non vorrà prendersi la responsabilità di riaprire tali luoghi poiché non ha avuto la capacità di stendere regolamenti certi per queste attività e notando come molti di questi locali abbiano gravissimi problemi strutturali”.
Fonte: Il Caffè di Roma